LE TRE P DEL LEADER (rielaborato da Castagna, 2003)in questo contesto utilizzerò tre concetti dell’analisi transazionale per descrivere (in modo molto sintetico!)tre delle capacità che un buon leader deve possedere.
PERMESSO: il dare permessi non significa essere permissivi, la distinzione consiste nel fatto che nel primo caso si dà il permesso di dì essere se stessi, di fidarsi degli altri, di poter aver successo, di essere capace e di poter sbagliare e di poter rimediare agli errori. In questo modo il collaboratore è libero di poter esprimere e liberare le sue potenzialità senza dover perdere tempo ed energia e per il continuo adattamento a ciò che si “immagina” che il suo capo voglia da lui. La maggior sicurezza emotiva , quindi porterà ottimi risultati all’interno di obiettivi chiari e definiti dal leader, limiti e vincoli aggettivi propri del “fare” (il contrario dell’essere permissivi) lavorativo, predispone alla promozione delle risorse e alla distensione dell’ambiente lavorativo.
PROTEZIONE: in azienda la protezione serve affinché i permessi siano dati in u n contesto di sicurezza. Per questo le situazioni , come per esempio la delega devono essere vissute in una condizione di protezione e auto-protezione. Si accompagnano i collaboratori nella loro crescita professionale gradualmente e con un costante monitoraggio, proprio come quando si insegna ai bambini a camminare. Questo prevede all’arrivo il raggiungimento dell’autonomia che lavorativamente parlando è un risultato economico di grande rilievo.
POTENZA: questo aspetto è di fondamentale importanza poiché una leadership senza potenza è l’espressione di un capo latitante, che abbandona la sua azienda, e non si prende responsabilità. La potenza consiste nell’essere determinati , assertivi, sicuri e capaci in modo da diventare un punto di riferimento forte che trasmetta sia all’interno dell’azienda sia al di fuori di essa stabilità , competenza e sicurezza.